di Giancarlo Quattrini tratto dal libro: MONTESE-FASCISMO,GUERRA, RICOSTRUZIONE autori vari Golinelli Editore, luglio1990
L'avventura partigiana nella zona di Montese non è contrassegnata da episodi eclatanti; ha tuttavia rappresentato un momento significativo per i giovani impegnati nella lotta di liberazione e ha coinvolto, nel bene e nel male, gran parte della popolazione.
Cronologia
8-9-1943
Annuncio dell'armistizio e sbandamento dell”esercito italiano. In quel giomo si trovano sotto le armi 750 giovani di Montese. Vengono catturati e deportati in Germania 180 soldati. Molti, attraverso incredibili peripezie, riescono a raggiungere la loro casa.
25-9-1943
Primo manifesto di richiamo alle anni:
Tutti i militari (ufficiali, sottufliciali, soldati) che facevano parte ultimamente dell' Esercito Italiano e che sono rientrati alle loro case in seguito ai recenti awenimenti sono invitati a presentarsi a questo ufficio di leva (comunale) entro le ore 18 di martedi 28 settembre (L. Casali “Storia della resistenza a Modena”, pag. 180). Non risulta che alcun soldato di Montese abbia obbedito. D'altronde il gran numero di militari deportati in Germania costituiva un chiaro segnale di quel che sarebbe accaduto a chi avesse risposto positivamente all'invito.
Fine settemìbre 1943. Ugo Ferri di Vignola fa giungere a Cassano di Masemo alcune casse di anni abbandonate dal 36° fanteria. Queste anni saranno poi prelevate dalla formazione Anderlim nella primavera del 1944 (testimonianza di Ugo Ferri in S. Prati e G. Rinaldi “Quando eravamo i ribelli...“, pag. 180).
4-11-1943
Pubblicazione del bando di chiamata alla anni, firmato da Graziani, delle classi 1923, 1924, 1925. Dal ruolo matricolare del comune di Montese risulta che le classi 1923, 1924 erano già sotto le armi; della classe 1925, che era costituita di 86 iscritti, solo due si presentarono ai primi di dicembre.
17-2-1944
Giovedì grasso: Ricci Mario, Armando, già reduce dalla Spagna ed incaricato dal partito comunista di organizzare la resistenza sull”Appennino modenese, si reca alla casa del dottor Fusetti, a S. Martino, per incoraggiare i giovani presenti ad aderire al movimento partigiano (cfr. AA. W. “Montese 1943- 1945", pag. 19). Nello stesso giomo si reca pure a Montespecchio, nella casa di Monari Aldo per lo stesso motivo (cfr. S. Prati e G. Rinaldi “Quando eravamo i ribelli...”, pag. 255).
Segue la ricostruzione delle azioni della divisione di Armando, soprattutto di quelle legate al nostro territorio.
18-2-1944
Primo documento attestante la presenza di partigiani nella nostra zona: una settantina di uomini si reca a Ranocchio per procurarsi generi alimentari, indumenti, denaro; ne parla con poca simpatia il parroco don Monterastelli.
19-2-1944
La presenza di partigiani è attestata a Montespecchio; il loro numero è di circa 200.
2-3-1944
Casolari Bruno, accusato da Armando di essere una spia, viene fucilato a S. Martino (cfr. A. Tommasi De Micheli “Armando racconta” pag. 125). Alcuni furti e ruberie, awenuti a Masemo, vengono attribuiti, con qualche dubbio, ai ribelli.
3-3-1944
Un primo gruppo di giovani locali renitenti si reca nella Selva di Castelluccio per unirsi ai partigiani di Armando; si recano là per sfuggire alla guardia nazionale fascista che non dà loro tregua, stanchi di stare nascosti nei più impensabili rifugi: in un doppio soffitto di casa (Armando Ferroni), dentro ad una cassa sotto terra con un tubo che fuoriesce per dare aria (Ezio Lamandini), in una lunga galleria che dalla cappa del camino porta ad un castagneto (Secondo Bellisi). Ed ancora: Rinaldo Santi, Aldo Nardi, Foresto Bicocchi, Amaldo Vignali, Femando Camassi.
20-3-1944
Rinaldo Santi viene fucilato dai fascisti a Montese.
1-4-1944
Armando Ferroni, partigiano, muore in seguito a ferite riportate nel maneggiare le armi.
4-4-1944
Armando con i suoi uomini ha un primo scontro con i militi fascisti nella Selva di Castelluccio (cfr. A. Tommasi De Micheli “ Armando racconta", pag. 126).
23-4-1944
domenica; tre persone di Ranocchio: Fulgenzio Baccolini, Mario Mezzadri e Paustino Pini vengono fucilate in piazza a Castel d”Aiano, accusate di aver aiutato i partigiani.
Primavera 1944
L'alterigia fascista obbliga a volte i giovani non fascisti ad umilianti alzate di mano per diverse ore in piazza a Montese e questo contribuisce ad approfondire il loro odio verso la nuova Repubblica Sociale Italiana (cfr. testimonianza di Livio Mecagni in S. Prati e G. Rinaldi “Quando eravamo i ribelli...”, pag. 253).
10-5-1944
Armando si incontra a casa Chiozzo (Ranocchio) con un maggiore tedesco che promette di ignorare gli spostamenti dei partigiani e di tenere a bada le spie. E' la prima volta che si nota la presenza dei tedeschi nel nostro territorio (cfr. A. Tommasi De Micheli “Armando racconta”, pag. 206).
14-5-1944
Mario Piccinelli, agricoltore di Ranocchio, viene prelevato dai partigiani e giustiziato come spia a Trignano.
18-5-1944
Clemente Bemabei di Ranocchio viene giustiziato dai partigiani accusato di spionaggio.
19-5-1944
Ezio Gualandi residente a Bertocchi, accusato di fare la spia, viene arrestato dai partigiani, processato ed ucciso.
21-5-1944
Fascisti e tedeschi, in località Zagaglia, uccidono il partigiano Vittorio Bemabei.
22-5-1944
Alle Tane di lola, in uno scontro con militi fascisti, rimangono uccisi due partigiani. In quei giomi un siciliano si unisce ai partigiani di Armando: è Antonino Italiano che dopo l'8 settembre abbandona la Jugoslavia e si rifugia su questi monti; la sua avventura è narrata nel libro “Alle radici della libertà: gli umili nel solco della guerra”.
25-5-1944
Ultima scadenza per la presentazione dei renitenti: verranno fucilati alla schiena i militari che si uniscono alle bande armate (cfr. E. Gorrieri, “La Repubblica di Montefiorino, pag. 238). Ai primi di giugno aumenta notevolmente il numero dei partigiani, sia per il pericolo di essere catturati, sia per il prestigio del comandante Armando.
12-6-1944
Il grosso delle forze partigiane parte per Montefiorino, dove una vasta zona di territorio viene liberata dai tedeschi e proclamata repubblica; quasi tutti i partigiani montesini sono là.
21-6-1944
Un gruppo di una quarantina di partigiani da Montefiorino si reca a Zocca ad appoggiare una spedizione organizzata dal partito d'azione. Giunti a Zocca, si recano dapprima in casenna dove trovano molte armi; alcuni si recano nella villa dove domiono i fascisti; li caricano su un camion guidato da un soldato tedesco (catturato dai partigiani durante il blocco agli ingressi del paese) e li trasferiscono verso Semelano. Il giomo successivo, nel primo pomeriggio, vengono giustiziati sul monte Balgaro. Tomati verso Bertocchi, i partigiani si fermano a Verrazzano (più conosciuto come Bracciano) dove si uniscono a loro molti sbandati; proseguono poi verso Ranocchio; qui apprendono dall'esercente Passini Angelo che diversi militi di Montese li attendono alla Possione per unirsi a loro. Sospettando un tranello, mandano in quella casa un fascista di Zocca che era stato risparmiato; constatata la sincerità dei pentiti, ricevono da questi diverse armi e alcuni si uniscono ai partigiani.
Primi di luglio
Un gruppo di 120 partigiani della Stella Rossa, capeggiata da Sugano, sono a Montespecchio e sono attaccati da guardie nazionali repubblicane. Si erano separati da Lupo per unirsi ad Armando a Montefiorino (cfr. G. Lippi “La Stella Rossa a Montesole”, pag. 119).
4-7-1944
Luigi Benvenuto viene ucciso dai partigiani.
15-7-1944
A Castelluccio alcuni partigiani catturano nell”osteria di Tonelli tre tedeschi provenienti da Valpiana e li portano a Rocchetta Sandri (cfr. don Barbieri “Zibaldone° °) .
2-8-1944
Sganciamento dei partigiani da Montefiorino che sfuggono all'accerchiamento tedesco e si rifugiano tra Montespecchio e Rocchetta.
6-8-1944
Carlo Bemardoni, partigiano di Masemo, al ponte dell'Oca (Castelluccio) viene catturato dai tedeschi.
8-8-1944
In un rastrellamento Mario Tunini viene catturato e fucilato nella Selva di Castelluccio.
11-8-1944
Battaglia di Rocchetta: in una imboscata tesa dai tedeschi vengono uccisi sul greto dello Scoltenna, tredici partigiani. Vittorina Bedonni, partigiana masemese di 21 anni, è tra i caduti.
13-8-l944
Augusto Iannucci di Ranocchio viene fucilato dai partigiani che lo accusano di essere una spia.
16-8-1944
I partigiani fucilano Cesira Guidotti di Maiolo (Salto) ritenuta spia dei fascisti.
20-8-1944
Attacco partigiano ad una colonna tedesca in transito a Ranocchio; una ventina di cavalli vengono catturati e si fa bottino di molte anni (testimonianza di Adelmo Bellelli, cfr. S. Prati e G. Rinaldi “Quando eravamo i n'belli...”, pag. 113).
26-8-l944
Attacco tedesco ai partigiani di Ranocchio e loro sganciamento (cfr. S. Prati e G. Rinaldi “Quando eravamo i ribel1i...“, pag. 113).
31-8-1944
I partigiani di Giustizia e Libertà di Gaggio Montano giungono a Masemo da Ronchidoso e catturano un tedesco.
6-9-1944
Giuseppina e Silvia Piccinelli di Montese vengono giustiziate dai partigiani.
7-9-1944
Il CUMER (Comando Unificato Militare Emilia Romagna), emanazione regionale del CVL (Corpo Volontari della Libertà) ordina il trasferimento delle forze partigiane della montagna modenese verso Bologna e Modena, per la presunta imminente avanzata degli alleati. Armando e i suoi si rifiutano di obbedire, perché non conoscono la città, non hanno armi, vestiario e calzature adeguate (cfr. A. Tommasi De Micheli “Armando racconta”, pag. 217).
7-9-1944
Scontro tra partigiani e tedeschi a Ranocchio
8-9-1944
Alcuni partigiani, lasciando il loro gruppo di Ranocchio e senza autorizzazione dal comando, si recano a lola al ponte delle Sponge e uccidono due motociclisti tedeschi.
21-9-1944
Il grosso della divisione Armando a Sassoguidano affronta i tedeschi e si sgancia attraversando il Panaro andando verso Semelano; poi passando da Ranocchio e Montespecchio si reca nella zona del lago di Pratignano, sopra Fanano. Dopo la battaglia di Sassoguidano la formazione di Armando, attraverso il montesino, passa le linee 26-9-1944.Armando con alcuni collaboratori si reca a Farneta di Poggiol Forato per incontrare l`ingegner Sighieri, comandante delle locali formazioni partigiane; lo scopo è di avere vestiti per affrontare i rigori dell'invemo, armi e munizioni e possibilmente incontrare gli alleati per concordare i piani contro i tedeschi.
29-9-1944.Strage di Ronchidoso operata dai tedeschi. I coniugi Ezio Barattini e Luigia Cassellani vengono uccisi dai partigiani a Doccia di Montese assieme ad Angelo di Lorenzo. Nello stesso giorno Poldo, comandante partigiano rimasto in tenitorio di Montese, chiede consiglio ad Armando che è oltre le linee: Al comandante Armando. In previsione dell'imminente sgombero di Montese da parte delle forze tedesche (notizia riferitami dall' informatore ier sera) chiederei a te ordini circa l'occupazione di tale paese. Sono del parere di occuparlo anche con piccolo numero di uomini, sbarrando le strade di accesso ( C anevaccia e Castelluccio) con l'abbattimento di piante grosse, chiedendo alcuni uomini alla formazione Moro 0 alla formazione Dario; diversamente inviami tu un nucleo di uomini; io prima di agire attendo un tuo ordine per iscritto. Qui vi sono movimenti di macchine tutto il giorno, sia da parte di Verica che Montese-Ranocchio; esse scendono ƒino alla passerella ma poi ritornano indietro (). L`informatore di Montese ha riferito che un ufiiciale tedesco lo avrebbe awertito di mettersi in salvo, perché la strada di Vergato è quasi totalmente bloccata dalle forze anglo-americane e loro si ritirano, però prima di farlo chiudono il paese e rastrellano ogni cosa, portando con sè cose e civili; questo è imminente, dopo di che il paese sarebbe sgombero; qualche macchina ancora arretrata potrebbe venire, ma sbarrando le vie di accesso cio` sarebbe evitato; anche gli ex-repubblicani lascerebbero il paese. Ciò è prevedibile anche in altre zone. Assicurati anche tu della veridicità della notizia. attendo un tuo ordine per iscritto. Poldo (Modena, Istituto Storico della Resistenza, fondo Borsari S. II. 8. 427). La risposta di Armando arriverà solo il 1 novembre 1944: Ritengo poca opportuna l'occupazione di Montese data l'attuale situazione militare; gradirei conoscere la vostra situazione in armi e munizioni: Montese, se possibile, sarà occupata dietro mioordine in collegamento con la 5^ armata americana che opera davanti a Montese. Quando ciò awerrà sarebbe mio piacere che i miei partigiani si sgancino dietro le linee tedesche e non entrino in contatto con le truppe americane di occupazione, per non causare la situazione esistente qui (Modena, Istituto Storico della Resistenza, fondo Borsari S. II. 8. 429).
Fine settembre-inizio ottobre 1944
Le forze partigiane (parte di quelle di Armando, insieme a quelle della Matteotti e a quelle di Giustizia e Libertà di Gaggio Montano) liberano i territori di Castelluccio di Capugnano (29 settembre), Lizzano in Belvedere (2 ottobre), Gaggio Montano (cfr. G. Carpani “Belvedere terra di resistenza”, pag. 72; AA. W. “Lotte sociali e lotta annata...”, pag. 264). La conquista verrà poi consolidata dal sopraggiungere degli americani. I tedeschi si ritirano sulla linea Vidiciatico-Masera-Querciola-Corona-Monte Belvedere-Ronchidoso-Torraccia-Monte Castello. Nel territorio di Montese e nelle zone vicine rimangono due brigate: la Roveda, comandata da Mario il Modenese (Iris Malagoli) e la Gramsci, comandata da Fulmine (Otello Cavalieri). Queste due brigate vengono unite sotto il comando di Angelo (Renato Giorgi) e prendono il nome di “Gruppo Brigate est Giardini” (cfr. S. Prati e G. Rinaldi “Quando eravamo i ribelli...”, pag. 106).
9-10-1944
.La formazione Roda (circa 300 uomini) tenta di congiungersi con Armando partendo da Rosola verso Marano sul Reno. Attaccati dai tedeschi, un centinaio di uomini torna indietro; diversi affogano nell'attraversare il Reno in piena; chi riesce a passare si dirige a Castel di Casio per poi raggiungere Armando a Lizzano (testimonianza di Nicolino Tondi).
17-10-1944
Vidiciatico viene liberato (cfr. G. Carpani “Belvedere terra di resistenza”, pag. 72).
21-10-1944
Nella zona di Bertocchi cӏ uno scontro tra tedeschi e partigiani della brigata Roveda; il comandante Mario comunica che sono stati uccisi otto tedeschi (cfr. Modena, Istituto Storico della Resistenza, fondo NN. S. II. ll. 109).
28-10-1944
Alle ore 5 i mortai da Vidiciatico sparano su Masera e Querciola fino alle ore 9 (cfr. G. Carpani “Belvedere terra di Resistenza”, pag. 80).
29-10-1944
La Garibaldi, comandata da Armando, avanza da Vidiciatico verso Querciola cà Buia-Calcinara-Pianotti-monte Belvedere; la Matteotti da Gabba avanza a destra di Pianotti e si congiunge a Ronchidoso con la Giustizia e Libertà proveniente da Gaggio Montano. All”alba sono già vicini alla cima del monte Belvedere nonostante il tiro troppo corto dell'artiglieria americana li disturbi. Giunti presso la cima, lanciano alcune bombe a mano e uccidono diversi tedeschi catturandone undici. Alle 10 mandano un razzo fumogeno come segnale convenuto per l'avanzata alleata. Verso mezzogiomo inviano due partigiani, Bruno e Primo Bemabei a Lizzano per avere rifomimento di viveri. Al ritorno si aggrega a loro Armando Lelli, che: Offertosi volontariamente di portare dei rifornimenti veniva scoperto e attaccato da una forte pattuglia nemica. Circondato, ed avendo rifiutato di arrendersi, si diƒendeva fino all'ultima cartuccia; sopraffatto, cadeva ucciso crivellato di colpi. Monte Belvedere 29 ottobre 1944 (motivazione della medaglia d`argento in G. Carpani “Belvedere terra di resistenza”, pag. 99). Alle ore 15 una staffetta da Lizzano comunica ai partigiani l'ordine di Armando di ritirarsi, perché gli americani hanno deciso di non intervenire. Questo grossolano errore tattico, di non tenere il crinale Monte Belvedere-Ronchidoso, sarà duramente pagato negli inutili attacchi successivi e anche nell' attacco della primavera 1945 (F. Berti in AA. W. “Lotte sociali e lotta armata...”, pag. 267).
31-10-1944
Fulgeri Enzo di Salto viene ucciso dai partigiani.
5-ll-1944
Ipartigiani di Armando rimasti al di qua delle linee (brigate Gramsci e Roveda) vengono attaccate a Benedello dai tedeschi. Trentun partigiani vengono uccisi. Gli altri dopo essere riusciti ad evitare l'accerchiamento si ritrovano a Montespecchio e da qui decidono di congiungersi con Armando oltre il fronte (testimonianza di Renato Giorgi; cfr. S. Prati e G. Rinaldi “Quando eravamo i ribelli...”, pag. 228).
7-11-1944
Primo Becchelli e Aquilino Masotti di Ranocchio vengono fucilati dai partigiani.
13-ll-1944
Proclama di Alexander: i partigiani tomino alle loro case perché l'avanzata è rimessa alla primavera. I partigiani di Armando non obbediscono al proclama e rimangono nelle zone da loro conquistate.
20-ll-1944
Attacco al Belvedere. Forze di Armando attaccano e prendono Querciola e Corona ad ovest del Belvedere; Forze americane con la Matteotti occupano Calcinara ad est del Belvedere; ma il monte è ben difeso dai tedeschi, che dopo alcuni giomi contrattaccano riconquistando Calcinara e Corona (cfr. Bollettino della brigata Matteotti di montagna in G. Carpani "Belvedere terra di resistenza”, pag. 87).
12-12-1944
Terzo attacco al Belvedere: Toni della Matteotti viene incaricato di conquistare la Corona, ma viene ucciso durante l`operazione (cfr. G. Carpani “Belvedere terra di resistenza”, pag. 87). Dicembre l944.Armando viene invitato dagli americani a mandare metà dei circa 1000 uomini a Pracchia; 500 partono ma ritomano dopo pochi giorni sfiniti e senza scarpe; vogliono restare con Armando. Per reggere meglio ai rigori dell`inverno i partigiani vengono dotati di mantelli, che purtroppo sono di colore nero e non sono utilizzabili di giomo sulla neve (cfr. A. Tommasi De Micheli “Armando racconta”, pagg. 242-244). Verso la fine dell'anno Armando riceve a Lizzano la visita del generale dei carabinieri Cerica, che il 25 luglio 1943 aveva arrestato Mussolini e fa giungere un reparto di alpini con muli da montagna. Da Roma giunge anche la paga del soldato, il soldo settimanale per i partigiani.
Primi mesi 1945
A metà febbraio, secondo l'articolo elaborato da Bellelli, o a metà marzo, secondo quanto afferma Armando, il grosso dei partigiani (escluse le formazioni Giustizia e Libertà, Matteotti, 7^ Modena) viene inviato su camions a Pescia, dopo un duro scontro verbale a proposito delle armi che gli alleati promettono di restituire prima dell'avanzata finale (cfr. AA. W. “Lotte sociali e lotta armata...”,pag. 291; A. Tommasi De Micheli “Armando racconta”, pag. 262).
22 -2-1945
A Mirandola vengono impiccati tre partigiani montesini, catturati alcuni giomi prima dai tedeschi alla Baldiola di Bertocchi; sono i due fratelli Remo e Aristide Ricci e Giorgio Ruggeri. Primi di marzo. Annando è vittima di un oscuro incidente: l`automobile su cui viaggia si riempie di ossido di carbonio e lui viene ricoverato in coma a Firenze (cfr. A. Tommasi De Micheli “Armando racconta”, pagg. 258-261).
4-4-1945
A Bologna viene fucilato Renato Betti di Montalto. Primi di aprile. Gran parte dei partigiani ritoma a Porretta a riprendere le armi. Armando e i suoi ricevono l'ordine di puntare su Montese e poi su Pavullo verso Modena. La vigilia della partenza giunge il contrordine: i garibaldini avanzeranno verso il Cimone; vanno a Fanano-Sestola-Montecreto-Gaiato. Mentre avanzano verso Gaiato, l”artiglieria alleata impedisce l”avanzata con tiri troppo corti; una prowisoria linea telefonica, messa su a tempo di record da alcuni partigiani, che utilizzano allo scopo anche i fili della luce elettrica, permette il collegamento da Fanano a Lizzano e riesce a far sospendere i tiri.
22-4-1945
Arrnando è a Pavullo e in serata parte per Modena, ma a Maranello viene fennato dagli alleati e non gli è pennesso di entrare in Modena. Da Maranello viene inviato a Montese per organizzare la vita civile Livio Mecagni, con l'incarico di diventare sindaco; ma giunto a Montese egli trova già insediato Aldino Adani, incaricato allo stesso scopo dai partigiani di Pescia. L'esercito partigiano L'elenco dei partigiani del Comune di Montese è di circa 170 persone (cfr. AA. W. “Montesel943-l945”,pagg. 118-120). Quasi nessuno aveva studiato oltre le elementari (molti non le avevano terminate), la maggior parte proveniva dall”agricoltura. La scelta di entrare nel movimento partigiano fu causata, per quasi tutti, dal timore di dover far parte dell”esercito repubblichino a fianco dei tedeschi. Le motivazioni più strettamente ideali o politiche forse solo in un secondo tempo riuscirono a coinvolgere un certo numero di giovani; e questo fu dovuto al contatto con Armando, con i partigiani della pianura e con i commissari che avevano il precipuo scopo di sensibilizzare i partigiani ad una visione più politica della lotta di liberazione. L`organizzazione degli uomini non fu sempre uguale; a Montefiorino esistevano diverse divisioni dipendenti dal comando di divisione, con Armando comandante generale; ogni divisione (circa 1.000 uomini) era formata da due o tre brigate (circa 500 uomini), formate a sua volta di tre o quattro battaglioni (da 100 a 200 uomini). Le formazioni erano composte di 30-50 uomini e l'unità più piccola era la squadra (10-15 uomini).