Il professor Salvatore Pincherle, matematico ebreo, la cui famiglia si rifugiò nel montesino |
DIARIO DELLO SFOLLAMENTO
In certe zone, varie case furono fatte sgombrare perché servivano ai tedeschi per alloggio o per operazioni strategiche. A volte, come al mulino di Mamino, alcuni componenti della famiglia furono tenuti in casa, per servire gli occupanti. Molti costretti a sfollare per i bombardamenti Col proseguire della guerra, nei paesi di Iola, Castelluccio, Masemo, Montese, Salto, S. Martino e Ranocchio, la vita divenne impossibile per i continui bombardamenti.Allora molta gente riparò nei rifugi, ma i più dovettero fuggire, dapprima nelle case,nelle borgate, nei paesi vicini, poi oltre la linea, trovando spesso ospitalità fratema. Delle peripezie e dei disagi degli sfollati parlano alcune testimonianze.
Ricorda Venerio Cioni:
L'ordine di sfollamento imponeva un esodo verso nord, ma gli abitanti di S. Martino, Salto, Riva, preferivano uno sfollamento verso sud, cioè verso gli alleati. Una delle vie più battute era fra Muciano, La Serra, Casoncino, Galiccia, Mulino di sotto, Coveraie, ecc. Cosi proprio la zona che avrebbe dovuto essere sgomberata si rivelò rifugio per sfollati. I tedeschi tolleravano questo esodo, anche se eseguito in direzione opposta alle disposizioni emanate dai loro capi, ma... ogni tanto esigevano un “lasciapassare".' i passaporti maggiormente validi erano i maiali, le galline e le uova (AA. W. “Montese 1943-l945”,pag.94).
ARRIVANO I TEDESCHI
di Giovanni Sulla tratto dal libro: MONTESE-FASCISMO,GUERRA, RICOSTRUZIONE autori vari Golinelli Editore, luglio1990
Dopo l'8 settembre 1943 i tedeschi, fattisi padroni dell'Italia, erano presenti su tutto il territorio da loro occupato, ma soltanto nell'estate del ”44 vennero a fissarsi sempre più stabilmente nel Comune di Montese. Don Barbieri segna nel suo diario la prima permanenza tedesca a Castelluccio, tra luglio e agosto 1944.
5 agosto. Da otto giorni 3 soldati germaníci sono installati in canonica e non se ne sa lo scopo: probabilmente spie per indagare se nella zona vi sono partigiani! (Don Barbieri “Zibaldone' ').
Don Quattrini, parroco di Masemo annota:
Ai primi di agosto 1944 giungevano (dalla Toscana) tedeschi con bestiame bovino, che collocarono presso diverse stalle della parrocchia, obbligando gli abitanti a soggiornarlo, ingiungendo che, qualora fosse stato razziato dai partigiani (allora numerosi nella zona di Montespecchio), avrebbero ritirato il bestiame della popolazione () Nella canonica di Maserno avevo 4 marescialli e un soldato che rimaneva di guardia alla casa. Rimasero quasi un mese nella canonica (diario di Don Quattrini).
CRONACHE PARTIGIANE
di Giancarlo Quattrini tratto dal libro: MONTESE-FASCISMO,GUERRA, RICOSTRUZIONE autori vari Golinelli Editore, luglio1990
L'avventura partigiana nella zona di Montese non è contrassegnata da episodi eclatanti; ha tuttavia rappresentato un momento significativo per i giovani impegnati nella lotta di liberazione e ha coinvolto, nel bene e nel male, gran parte della popolazione.
Cronologia
8-9-1943
Annuncio dell'armistizio e sbandamento dell”esercito italiano. In quel giomo si trovano sotto le armi 750 giovani di Montese. Vengono catturati e deportati in Germania 180 soldati. Molti, attraverso incredibili peripezie, riescono a raggiungere la loro casa.
25-9-1943
Primo manifesto di richiamo alle anni:
Tutti i militari (ufficiali, sottufliciali, soldati) che facevano parte ultimamente dell' Esercito Italiano e che sono rientrati alle loro case in seguito ai recenti awenimenti sono invitati a presentarsi a questo ufficio di leva (comunale) entro le ore 18 di martedi 28 settembre (L. Casali “Storia della resistenza a Modena”, pag. 180). Non risulta che alcun soldato di Montese abbia obbedito. D'altronde il gran numero di militari deportati in Germania costituiva un chiaro segnale di quel che sarebbe accaduto a chi avesse risposto positivamente all'invito.
Fine settemìbre 1943. Ugo Ferri di Vignola fa giungere a Cassano di Masemo alcune casse di anni abbandonate dal 36° fanteria. Queste anni saranno poi prelevate dalla formazione Anderlim nella primavera del 1944 (testimonianza di Ugo Ferri in S. Prati e G. Rinaldi “Quando eravamo i ribelli...“, pag. 180).
4-11-1943
Pubblicazione del bando di chiamata alla anni, firmato da Graziani, delle classi 1923, 1924, 1925. Dal ruolo matricolare del comune di Montese risulta che le classi 1923, 1924 erano già sotto le armi; della classe 1925, che era costituita di 86 iscritti, solo due si presentarono ai primi di dicembre.
17-2-1944
Giovedì grasso: Ricci Mario, Armando, già reduce dalla Spagna ed incaricato dal partito comunista di organizzare la resistenza sull”Appennino modenese, si reca alla casa del dottor Fusetti, a S. Martino, per incoraggiare i giovani presenti ad aderire al movimento partigiano (cfr. AA. W. “Montese 1943- 1945", pag. 19). Nello stesso giomo si reca pure a Montespecchio, nella casa di Monari Aldo per lo stesso motivo (cfr. S. Prati e G. Rinaldi “Quando eravamo i ribelli...”, pag. 255).
Segue la ricostruzione delle azioni della divisione di Armando, soprattutto di quelle legate al nostro territorio.